Premessa. Le alterazioni della concentrazione plasmatica del sodio rappresentano gli squilibri elettrolitici più frequenti nei pazienti ospedalizzati e l’incidenza e la prevalenza aumentano con l’età. L’invecchiamento rappresenta un fattore di rischio indipendente e molto significativo per le alterazioni del bilancio del sodio e dell’acqua. Numerosi sono i fattori che cooperano nell’aumentare la suscettibilità dell’anziano a tali squilibri, dipendendo da modificazioni fisiologiche età correlate dei meccanismi che regolano il bilancio idro-salino dell’organismo, dalla progressiva riduzione delle capacità di compenso che caratterizza il fenomeno stesso dell’invecchiamento e dalle comorbilità, tipiche del paziente geriatrico, che aggravano ulteriormente i già compromessi meccanismi di adattamento dell’organismo. A queste condizioni si associano altri fattori legati ai precedenti, come il deterioramento cognitivo, l’attenuazione del senso della sete, la perdita di autonomia e di autosufficienza nell’apporto idrico e alimentare. La severità delle alterazioni della concentrazione plasmatica del sodio potrebbe essere spesso spia e riflesso della fragilità del paziente anziano e costituire un ulteriore problematica che complica ancor più la difficile gestione del paziente geriatrico, in cui spesso si associano più patologie e un elevato numero di farmaci che influiscono direttamente o indirettamente sulla regolazione del sodio e dell’acqua Obiettivo. L’obiettivo principale dello studio è stato quello di definire la prevalenza dell’iponatremia e dell’ipernatremia in una popolazione di pazienti anziani, di età superiore a 65 anni, ricoverati in un reparto di Geriatria per Acuti (U.O. 21.01 di GERIATRIA – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI di PALERMO) prendendo in esame i pazienti ricoverati nel biennio 2010-2011. Inoltre, lo studio mirava ad analizzare la distribuzione della frequenza delle alterazioni del sodio plasmatico nei due sessi, nelle diverse fasce di età (65-74, 75-84, >=85) e per livelli di gravità, all’ingresso e durante il ricovero. Infine è stato analizzato l’andamento stagionale dei due disturbi della natremia e valutarne valutata l’associazione con altre patologie e condizioni patologiche, con alcuni farmaci di comune utilizzo e la correlazione con le alterazioni degli altri principali elettroliti (K+, Ca++, Cl-, Mg++, P) rispetto ad un campione di controllo, composto da soggetti eunatremici. Risultati. Dei 383 soggetti ricoverati nel biennio in esame, 211 hanno riportato alterazioni della concentrazione plasmatica del sodio (55.1%). L’iponatremia è stata riscontrata in 110 pazienti e l’ipernatremia in 101, se considera una durata minima di un giorno. La prima era più frequente all’ingresso, mentre la seconda durante il ricovero. La distribuzione nei due sessi è risultata essere simile. Suddividendo il campione in tre fasce di età (65-74, 75-84, >=85) è emersa una maggiore prevalenza di entrambe le alterazioni nella fascia intermedia. Prendendo in esame l’andamento stagionale si è visto che l’iponatremia presenta una maggiore frequenza in autunno e in inverno, mentre l’ipernatremia in estate e inverno. Durante la stagione estiva l’ipernatremia risulta significativamente più frequente rispetto all’iponatremia (p<0,001), viceversa in autunno si osserva il contrario(p<0,001). Per entrambi gli squilibri si è osservata un’associazione significativa con le alterazioni dello stato di coscienza (p<0,001) rispetto ai soggetti eunatremici, con le altre dis-ionie (p<0,001), l’ipoalbuminemia (p<0,001) e la febbre (p<0,05). Infine l’ipernatremia è risultata significativamente associata alla terapia infusionale (p<0,01), alla nutrizione parenterale (p<0,01) e all’uso di albumina (p<0,05) e antibiotici per via endovenosa (p<0,001), condizioni che indicano una maggiore gravità delle condizioni cliniche e delle comorbilità di questi pazienti. Conclusioni. Le alterazioni della concentrazione plasmatica del sodio hanno una prevalenza molto elevata nei pazienti anziani ricoverati. Pertanto lo studio epidemiologico, la comprensione e l’analisi dei fattori di rischio per gli squilibri idro-salini nell’anziano e delle patologie sottostanti risulta molto importante per le implicazioni negative che tali alterazioni possono avere sulla prognosi, sulla mortalità e morbilità dei pazienti ricoverati, nonché sui costi e la durata della degenza. Non vanno infine trascurati i risvolti che queste dis-ionie presentano in termini di gestione del paziente geriatrico, anche in relazione alle complesse influenze farmacologiche sul metabolismo del sodio e dell’acqua, da riguardare attentamente nell’anziano fragile, con ridotte capacità di adattamento, spesso trattato con diversi farmaci.

Schirò, P., Alcamo, R., Carlino, V., Ottoveggio, A., Salamone, D., Belvedere, M., et al. (2014). ALTERAZIONI DEL METABOLISMO DEL SODIO NELL’ANZIANO: CASISTICA DI UN REPARTO DI GERIATRIA PER ACUTI. GIORNALE DI GERONTOLOGIA, 62, 420-420.

ALTERAZIONI DEL METABOLISMO DEL SODIO NELL’ANZIANO: CASISTICA DI UN REPARTO DI GERIATRIA PER ACUTI

Schirò, P;DOMINGUEZ RODRIGUEZ, Ligia Juliana;BARBAGALLO, Mario
2014-01-01

Abstract

Premessa. Le alterazioni della concentrazione plasmatica del sodio rappresentano gli squilibri elettrolitici più frequenti nei pazienti ospedalizzati e l’incidenza e la prevalenza aumentano con l’età. L’invecchiamento rappresenta un fattore di rischio indipendente e molto significativo per le alterazioni del bilancio del sodio e dell’acqua. Numerosi sono i fattori che cooperano nell’aumentare la suscettibilità dell’anziano a tali squilibri, dipendendo da modificazioni fisiologiche età correlate dei meccanismi che regolano il bilancio idro-salino dell’organismo, dalla progressiva riduzione delle capacità di compenso che caratterizza il fenomeno stesso dell’invecchiamento e dalle comorbilità, tipiche del paziente geriatrico, che aggravano ulteriormente i già compromessi meccanismi di adattamento dell’organismo. A queste condizioni si associano altri fattori legati ai precedenti, come il deterioramento cognitivo, l’attenuazione del senso della sete, la perdita di autonomia e di autosufficienza nell’apporto idrico e alimentare. La severità delle alterazioni della concentrazione plasmatica del sodio potrebbe essere spesso spia e riflesso della fragilità del paziente anziano e costituire un ulteriore problematica che complica ancor più la difficile gestione del paziente geriatrico, in cui spesso si associano più patologie e un elevato numero di farmaci che influiscono direttamente o indirettamente sulla regolazione del sodio e dell’acqua Obiettivo. L’obiettivo principale dello studio è stato quello di definire la prevalenza dell’iponatremia e dell’ipernatremia in una popolazione di pazienti anziani, di età superiore a 65 anni, ricoverati in un reparto di Geriatria per Acuti (U.O. 21.01 di GERIATRIA – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI di PALERMO) prendendo in esame i pazienti ricoverati nel biennio 2010-2011. Inoltre, lo studio mirava ad analizzare la distribuzione della frequenza delle alterazioni del sodio plasmatico nei due sessi, nelle diverse fasce di età (65-74, 75-84, >=85) e per livelli di gravità, all’ingresso e durante il ricovero. Infine è stato analizzato l’andamento stagionale dei due disturbi della natremia e valutarne valutata l’associazione con altre patologie e condizioni patologiche, con alcuni farmaci di comune utilizzo e la correlazione con le alterazioni degli altri principali elettroliti (K+, Ca++, Cl-, Mg++, P) rispetto ad un campione di controllo, composto da soggetti eunatremici. Risultati. Dei 383 soggetti ricoverati nel biennio in esame, 211 hanno riportato alterazioni della concentrazione plasmatica del sodio (55.1%). L’iponatremia è stata riscontrata in 110 pazienti e l’ipernatremia in 101, se considera una durata minima di un giorno. La prima era più frequente all’ingresso, mentre la seconda durante il ricovero. La distribuzione nei due sessi è risultata essere simile. Suddividendo il campione in tre fasce di età (65-74, 75-84, >=85) è emersa una maggiore prevalenza di entrambe le alterazioni nella fascia intermedia. Prendendo in esame l’andamento stagionale si è visto che l’iponatremia presenta una maggiore frequenza in autunno e in inverno, mentre l’ipernatremia in estate e inverno. Durante la stagione estiva l’ipernatremia risulta significativamente più frequente rispetto all’iponatremia (p<0,001), viceversa in autunno si osserva il contrario(p<0,001). Per entrambi gli squilibri si è osservata un’associazione significativa con le alterazioni dello stato di coscienza (p<0,001) rispetto ai soggetti eunatremici, con le altre dis-ionie (p<0,001), l’ipoalbuminemia (p<0,001) e la febbre (p<0,05). Infine l’ipernatremia è risultata significativamente associata alla terapia infusionale (p<0,01), alla nutrizione parenterale (p<0,01) e all’uso di albumina (p<0,05) e antibiotici per via endovenosa (p<0,001), condizioni che indicano una maggiore gravità delle condizioni cliniche e delle comorbilità di questi pazienti. Conclusioni. Le alterazioni della concentrazione plasmatica del sodio hanno una prevalenza molto elevata nei pazienti anziani ricoverati. Pertanto lo studio epidemiologico, la comprensione e l’analisi dei fattori di rischio per gli squilibri idro-salini nell’anziano e delle patologie sottostanti risulta molto importante per le implicazioni negative che tali alterazioni possono avere sulla prognosi, sulla mortalità e morbilità dei pazienti ricoverati, nonché sui costi e la durata della degenza. Non vanno infine trascurati i risvolti che queste dis-ionie presentano in termini di gestione del paziente geriatrico, anche in relazione alle complesse influenze farmacologiche sul metabolismo del sodio e dell’acqua, da riguardare attentamente nell’anziano fragile, con ridotte capacità di adattamento, spesso trattato con diversi farmaci.
2014
Settore MED/09 - Medicina Interna
Schirò, P., Alcamo, R., Carlino, V., Ottoveggio, A., Salamone, D., Belvedere, M., et al. (2014). ALTERAZIONI DEL METABOLISMO DEL SODIO NELL’ANZIANO: CASISTICA DI UN REPARTO DI GERIATRIA PER ACUTI. GIORNALE DI GERONTOLOGIA, 62, 420-420.
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